Veleni letali e menzogne, ecco l’inceneritore di Acerra
(con un'intervista al Professor STEFANO MONTANARI)
di Hermes Pittelli ©
Le bugie, come da proverbio, hanno le gambe corte; spesso, sorta di contrappasso, anche chi le racconta. Almeno in Italia. E le menzogne sono come quei rotoli di carta igienica santificati da uno dei tanti spot, non finiscono mai. In questo ennesimo intreccio tricolore tra emergenze reali, annunci in pompa magna, videotape e realtà parallele nate da fervide fantasie spacciate per verità concrete, si colloca perfettamente la vicenda dell’inceneritore di Acerra.
Proprio così – ‘inceneritore’ - , non ‘termovalorizzatore’, come cantato dal premier, tra un babà e una facezia su chi perde il lavoro, e ripreso supinamente da tutti i tg nazionali, anche quelli tacciati di comunismo. Un inceneritore, nonostante sia stato definito ‘verde’ dai grandi giornalisti nazionali, che non solo inquinerà con la famigerata diossina, ma spargerà allegramente in un ampio raggio di chilometri le letali nanoparticelle che i pochi frequentatori di questo blog conoscono ormai bene.
Berlusconi assicura che l’impianto costruito dagli ‘eroi’ di Impregilo (multinazionale delle costruzioni dietro cui agiscono in varie percentuali Fiat, famiglie Benetton, Ligresti e Gavio) avrà un impatto paragonabile a quello di tre utilitarie di media cilindrata. Già. Chissà quali esperti hanno avvalorato questa tesi, forse quelli che frequentano certi salotti televisivi dove si spacciano chiacchiere da Bignami per informazione e divulgazione di conoscenza; forse gli stessi ‘scienziati’ che conducono crociate a favore degli inceneritori descrivendoli quali dispensatori di salute per gli esseri umani, ma poi sul tema rifiutano confronti pubblici con i veri conoscitori della materia.
Su Impregilo poi bisognerebbe aprire un capitolo a parte: tristemente nota non solo da noi, ma anche nel mondo per i disastri ambientali e sociali che ha causato e causa, deportazione di piccole popolazioni povere del Sudamerica i cui diritti non interessano alcuno in quanto lontani dagli sporchi interessi del business, dissipazioni di ingenti risorse economiche e di vite umane. Ma i media tacciono. E’ curioso tra l’altro notare che nel giorno del trionfo degli eroi, la procura di Milano abbia chiesto un nuovo rinvio a giudizio per gli ex vertici della multinazionale per scherzetti quali aggiotaggio, falso in revisione e mancata osservanza della legge 231 del 2001 che prevede la costituzione di modelli organizzativi per impedire illeciti.
E’ curioso che proprio l’eroica Impregilo, tramite le controllate Fibe Spa e Fibe Campania, sia stata per 5 anni responsabile del ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella Regione del potente Bassolino e quindi la principale colpevole della situazione drammatica in cui si è ritrovata la Campania. Fatti per i quali sia il governatore ex sindaco di Napoli, sia i grandi capi di Impregilo sono stati chiamati a rispondere dalla magistratura partenopea, che, tra l’altro, in attesa di appurare eventuali responsabilità penali, ha deciso di congelare i conti correnti del gruppo per un valore di 750 milioni di euro. Però, gli eroi si sa, godono del favore degli dei (leggi: banche italiane), quindi per incanto la liquidità finanziaria è tornata florida e ora il gruppo è pronto per altre esaltanti imprese. Magari la Tav e la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Intanto, ad Acerra si devono tenere il famigerato inceneritore ed è, sempre per ironia del destino, che il motto di Impregilo recita “Di tutti gli atti, il più completo è costruire” (Paul Valery). Commovente, forse bisognerebbe anche aggiungere ‘cosa costruire’, ‘come’ e, soprattutto ‘nell’interesse di chi’. Certo, ma “il progresso (?), la più grande delle nostre opere”, non ammette e non conosce ostacoli, anche perché poi le quotazioni in Borsa potrebbero soffrire. E allora largo ai tagli dei nastri, all’ebbrezza del modernismo acefalo ma redditizio, ai brindisi con bollicine e nanoparticelle. Le generazioni future come potranno sopravvivere? Come avrebbe risposto Totò (e come fa con involontario atteggiamento grottesco il capo del governo): “Arrangiatevi”.
Per poi fugare il legittimo dubbio che l’articolo sia frutto di abbagli di chi scrive, mi sono permesso di contattare e distogliere per qualche minuto dal suo lavoro il Professor Montanari (visitate il suo blog per informazioni corrette e approfondimenti) per una breve intervista sull’inceneritore di Acerra.
D. Ci risiamo. Furbi travestiti da politici, guitti travestiti da scienziati assai lieti di essere al soldo del signorotto e giullari della disinformazione hanno celebrato in pompa magna l’inizio della letale attività dell’inceneritore di Acerra. Definito dai media nazionali ‘termovalorizzatore verde’. Non c’è argine all’impudenza e al marcio. Quali sono i primi commenti che le vengono in mente?
R. Quando le parole che vorrebbero uscire sono troppe, restano bloccate dentro: intasano bocca. Quello di Acerra è l’ennesimo trionfo della “politica” come s’intende da noi, dello “stato” come ce lo hanno disinvoltamente spacciato i tanti governi che si sono succeduti e che hanno portato all’umiliazione di un popolo. Chi ha voluto questo monumento alla follia non può non rendersi conto di ciò che sta facendo, non può davvero pensare, per ignorante che sia o che finga di essere, che da quell’impianto mostruoso esca aria di montagna in barba a tutte le leggi che regolano la fisica, la chimica, la tossicologia… che regolano la Natura, insomma. Come diceva Lorenzo Tomatis, lui oncologo davvero e non come certi saltimbanchi televisivi, le generazioni future non potranno perdonarci per la devastazione che stiamo perpetrando.
D. Le trombe e i tromboni del regime parlano di impianto modello in grado di smaltire 600.000 tonnelate di rifiuti urbani all’anno per garantire energia elettrica, grazie al presunto recupero di calore, a 200.000 cittadini. Ma quale sarà il vero tributo che il territorio di Acerra e i suoi abitanti dovranno pagare sull’altare della sbandierata modernità e dell’inarrestabile progresso?
R. Un tributo lo paghiamo tutti: quell’impianto è costato già immensamente più di quanto valga, sempre che si possa attribuire un valore a qualcosa del genere. Poi, lo spreco di energia che quella metodica demenziale comporta graverà pesantemente sull’economia, così come gl’incentivi illegittimi che ci verranno rapinati e che finiranno a gonfiare ulteriormente le tasche di chi fa business con i soldi altrui. Per quanto riguarda gli abitanti della zona, e sarà una zona tutt’altro che limitata a poche decine di chilometri di raggio, questi subiranno l’aggressione di migliaia di sostanze chimiche patogene, molte delle quali poco conosciute o sconosciute del tutto. L’ultima trovata del presidente del consiglio è stata quella di permettere che lì si faccia un falò davvero di tutto, perfino in deroga alle leggi che già permettono follie vere e proprie. Dal mio punto di vista di studioso di micro e nanopolveri inorganiche e non degradabili, non posso che confermare che di queste polveri non possiamo in alcun modo liberarci e, dunque, l’inquinamento che indurranno sarà un’eredità che lasceremo ai nostri figli.
D. Bertolaso, capo della Protezione Civile (?), anima bella, con orgoglio declama che la Campania, da pecora nera, ora è la terza regione italiana, dietro Lombardia e Emilia Romagna per modernità di raccolta e smaltimento di rifiuti. Come è stata possibile questa magia? E la camorra ha avuto o ha tuttora un ruolo?
R. Bertolaso è un medico che ha perso la memoria di che cosa significhi aver prestato il Giuramento d’Ippocrate. Una magia? Certo: i rifiuti scompariranno dalla vista come il coniglio nel cilindro del prestigiatore, ma chi ha qualche nozione di chimica e di fisica sa perfettamente che il coniglio resta. Nel nostro caso, un coniglio trasformato in miliardi di miliardi di coniglietti velenosi. Quanto alla camorra, mi parrebbe davvero impossibile che si fosse lasciata sfuggire questo boccone servito su di un piatto d’argento dal governo Prodi al complice Berlusconi.
D. Berlusconi ha definito i vertici di Impregilo “veri eroi”. Impregilo è la multinazionale italiana delle costruzione nata dalla santa alleanza tra Fiat, Gruppo Benetton, famiglie Gavio e Ligresti che ha realizzato materialmente l’inceneritore e che ha collezionato e colleziona non solo da noi, ma anche in giro per il mondo nefandezze quali disastri ambientali, sociali, esodi forzati di popolazioni, spreco di risorse finanziare e vite umane. E proprio ieri la procura di Milano ha chiesto un nuovo rinvio a giudizio per gli ex vertici per cosucce chiamate aggiotaggio, falso in revisione e violazione della legge 231 del 2001 che prevede la costituzione di modelli organizzativi per prevenire gli illeciti. Un’ottima garanzia?
R. Sì, questi sono gli eroi della nostra Italia: dei pregiudicati. Ma se la magistratura avesse voglia d’indagare sul serio e non insabbiasse i processi come è accaduto, per esempio, nei confronti di Enel e della sua centrale termoelettrica di Porto Tolle, ci sarebbe di che sbizzarrirsi a scoprire che cosa si nasconde dietro queste medaglie al valore.
D. Lasciano sbalorditi i complimenti firmati dal presidente della Repubblica Napolitano all’operato del governo, capace di ottenere questo splendido risultato. IL primo cittadino italiano evidentemente è persona poco informata dei fatti. In compenso, monsignor Rinaldi, vescovo locale, si è rifiutato di impartire la benedizone a questa ennesima grande opera all’italiana, forse nell’amara previsione delle benedizioni che dovrà elargire a tutti gli sventurati che saranno intossicati dall’attività del ‘termovalorizzatore verde’.
R. Napolitano è un presidente della repubblica eletto da un parlamento palesemente anticostituzionale e, tra le sue abitudini, ci sono quella di firmare tutto ciò che gli fanno transitare sotto il naso, vedi il famigerato lodo Alfano, e quella di esternare su argomenti di cui non ha la minima conoscenza. L’essere, legittimamente o no, presidente di questa povera repubblica non regala l’onniscienza e Napoletano ne è la triste riprova. Il dramma nella tragedia è che Napoletano trova una bella fetta d’italiani che gli prestano fede anche quando travalica con ogni evidenza i limiti della sua cultura, così come fanno con tanti personaggi mediatici che diventano miracolosamente maestri di pensiero. Quanto a mons. Rinaldi, la mancata benedizione è stata un atto dovuto: per la chiesa cattolica l’inquinamento ambientale è un peccato mortale.
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