venerdì 23 novembre 2012

Stefano Montanari: polveri e filtri

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ECCO IL LEGAME TRA INQUINAMENTO E TUMORI

ECCO IL LEGAME TRA INQUINAMENTO E TUMORI Parla Antonietta Gatti, uno dei massimi esperti di nanotecnologie: “Con la biobalistica una nuova frontiera per i processi ambientali” «A Taranto oggi siamo in grado di dire se le sostanze inquinanti presenti nel corpo dei cittadini provengono dall’acciaieria oppure no». Ti guarda dritto negli occhi, Antonietta Gatti, mentre ti parla, e sa come catturare l’attenzione, abituata a platee sempre più variegate e internazionali. Appena qualche settimana fa è stata premiata, in Cina, durante il congresso mondiale di biomateriali, come “Fellow dell’International Union of Societies for Biomaterials Science and Engineering”. Una sorta di Oscar per scienziati che si sono distinti nelle biotecnologie. E Antonietta Gatti, bio-ingegnere di Modena, è in questo campo uno dei 36 scienziati più importanti del mondo. Metalli pesanti nel nostro corpo: è la nuova frontiera della ricerca scientifica. Come si individuano? Intanto noi parliamo non di polveri sottili, ma ultra sottili. E quindi di nanoparticelle di metalli pesanti: non si fermano nei polmoni ma passano nella circolazione sanguigna. Parliamo di nanopolveri che possono passare le barriere polmonari in 60 secondi e in un'ora sono al fegato, e arrivano agli organi interni. Milza gonadi e anche al cervello. E una volta arrivate negli organi, cosa succede? Se sta pensando a come eliminarle, le rispondo subito che è difficilissimo. In alcuni casi spetta alla chirurgia intervenire: nessun filtro organico le ha fermate, e quando si accumulano in un organo sviluppano la loro tossicità. Il corpo umano costruisce una reazione: con le particelle più grosse può formarsi un granuloma, se sono molto piccole, come quelle che stiamo studiando, arrivano in tutto il corpo e la reattività dell’organismo è molto diversa perché le nanoparticelle possono entrare in ogni cellula. Da cosa sono composte? Quelle che studiamo nei tessuti patologici con il microscopio a scansione ambientale e con una successiva microsonda per analizzare la loro composizione chimica, sono metalli pesanti aggregati tra di loro. Possiamo trovare di tutto: cadmio, stronzio, ferro, tungsteno, nichel, piombo. Dipende da dove viviamo, da cosa abbiamo respirato. Quindi dalla loro composizione identificate le sorgenti che le hanno generate? Sì: se trovo ferro, cromo e nichel so che è una particella di acciaio. E verosimilmente quel tessuto proviene da un residente accanto a una acciaieria. La medicina legale ha una nuova materia: la bio-balistica. Sì. Il termine mi piace. È come applicare il concetto della balistica alla biologia. Quando abbiamo un proiettile riusciamo a risalire alla pistola. Così, con questi nano-proiettili nel nostro organismo, riusciamo a individuare la pistola fumante. Una scoperta importante soprattutto per i processi sui disastri ambientali: è sempre così difficile stabilire il link tra le malattie e le fonti di inquinamento... Sì. Penso a Taranto. Un pediatra ha denunciato che i bambini nascono con i tumori. Ebbene, mi piacerebbe parlare con quel pediatra perchè dall’analisi dei tessuti dei bambini malati sapremmo dire con certezza se la causa di quei tumori è l’Ilva. Scheda/ Tutto iniziò con l’uranio Il 7 marzo 2003 Metro intervistò la prima volta la dottoressa Antonietta Gatti. UranioAveva analizzato i tessuti bioptici dei soldati ammalatisi di cancro al rientro dalle missioni nei Balcani, trovandoci numerose nanoparticelle di metalli pesanti. Da allora è stata consulente della Commissione d’inchiesta parlamentare sull’uranio, del procuratore di Lanusei (in Sardegna) Domenico Fiordalisi che sta conducendo un’inchiesta sul poligono militare di Perdasdefogu e sull’inquinamento bellico. New YorkDal 2004 è incaricata dall’ente scientifico americano FASE di studiare un metodo di detossificazione per i 400.000 soggetti ammalatisi di nanopatologie, a seguito del crollo delle Torri Gemelle di New York. Il premioUn consesso di scienziati provenienti da tutto il mondo l’ha insignita del titolo di Fellow dell’International Union of Societies for Biomaterials Science and Engineering per il suo contributo al progresso della scienza. (Stefania Divertito) http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=9650